Risposte alle domande più frequenti - Comunicazione spese funebri

Domanda

Tra le spese funebri da comunicare all'Agenzia delle Entrate in base a quanto previsto dal decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze del 13 gennaio 2016, oltre alle spese relative all'attività delle pompe funebri, rientrano anche le ulteriori spese sostenute in dipendenza del decesso, quali per esempio le spese sostenute per l'acquisto di fiori o per la lavorazione di marmi e lapidi?

Risposta

Al fine evitare che il nuovo adempimento riguardi una platea indefinita di soggetti, tenuto conto anche del limite di spesa detraibile pari a 1.550 euro e considerato che le ulteriori spese sostenute in dipendenza del decesso non potrebbero essere riportate automaticamente nella dichiarazione precompilata in quanto l'Agenzia delle Entrate non è a conoscenza dell'effettivo collegamento tra la spesa e l'evento funebre, si ritiene che l'obbligo di comunicazione delle spese funebri riguardi esclusivamente i dati delle fatture emesse, in relazione all'evento funebre, dai soggetti esercenti l'attività di servizi di pompe funebri e attività connesse.

Domanda

In caso di rilascio di fattura-ricevuta fiscale l'impresa deve inviare le comunicazioni spese funebri?

Risposta

Come previsto dall'articolo 2, del D.M. 30 marzo 1992, la ricevuta fiscale deve contenere i "dati identificativi del cliente" – fra i quali si annovera anche il codice fiscale – solo nel caso in cui il documento assuma la forma di fattura-ricevuta fiscale utile alla detrazione della spesa ai sensi dell'articolo 15, comma 1, lettera d), del TUIR. Pertanto, se l'impresa di servizi funebri rilascia una fattura-ricevuta fiscale con l'indicazione dei dati identificativi del cliente, è tenuta a comunicare tali dati all'Agenzia delle entrate ai sensi del D.M. 13 gennaio 2016.

Se, invece, l'impresa di servizi funebri rilascia una ricevuta fiscale priva degli elementi identificativi del cliente, non può trasmettere i dati all'Agenzia in quanto non dispone di una delle informazioni essenziali per la compilazione della comunicazione, ossia il codice fiscale del contribuente che ha sostenuto la spesa detraibile. In tale ultima ipotesi, peraltro, il documento fiscale che non riporti i dati identificativi di chi ha sostenuto la spesa non consentirebbe al cliente stesso di portare in detrazione la spesa ai sensi dell'articolo 15, comma 1, lettera d), del TUIR.